Il giornalista professionista è iscritto all’Ordine dei giornalisti, ha svolto un periodo di praticantato retribuito in una redazione o ha frequentato una scuola di giornalismo per poter accedere all’esame di Stato per l’abilitazione alla professione. Una volta entrati nell’albo professionale al giornalista è precluso di svolgere lavori differenti da quello editoriale o di ufficio stampa pena l’espulsione dall’albo.

Il giornalista professionista è iscritto anche lui all’Ordine dei giornalisti, ma in un albo differente.  Può avere un escursus professionale diverso, per legge è qualcuno che non svolge l’attività di giornalista in maniera esclusiva e che quindi può essere iscritto anche ad altre casse previdenziali e svolgere lavori disparati o collegati al settore, come attività nel marketing. I semplici collaboratori di redazioni specializzate, ad esempio i medici che svolgono lavoro ambulatoriale e scrivono per riviste, rientrano in questa categoria professionale. Un pubblicista può se intraprende il praticantato accedere all’esame di Stato, ma oggi tanti professionisti lavorano nelle redazioni come pubblicisti perché trovare lavoro è più semplice, nonché meno oneroso per l’editore purtroppo. Ad oggi tanti scelgono di non intraprendere la strada del professionismo a meno che non intendono entrare in grosse realtà editoriali, televisive e radiofoniche perché non è una strada dall’accesso professionale sicuro ed è un grande investimento economico e inoltre, limitante nella attività professionale. Giustamente se sei professionista fai il giornalista, punto e basta.  I comunicatori e gli addetti stampa del futuro sono sempre figure sempre più ibride tra competenze di marketing, social media e giornalismo. E’ facile per queste figure professionali finire a esercitare in maniera predominante in una realtà o in un’altra. Per evitare eccessive disparità formative l’Ordine dei giornalisti ha istituito dal 2013 l’obbligo della formazione

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